Inserita in Attualità il 28/04/2013 da Redazione
Ieri a Favignana bordo della Arctic Surnrise il workshop su “La pesca sostenibile e le Aree Marine Protette
Alla presenza della Responsabile della Campagna Mare di Greepeace Italia, Giorgia Monti e dei suoi collaboratori, del sindaco di Favignana nonché presidente dell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, Lucio Antinoro, e dei relatori: Stefano Donati, direttore dell’AMP Egadi, (“L’esperienza dell’Amp: come integrare i pescatori nella gestione delle aree protette – e come queste possono essere di sostegno alla pesca”) Franco Andaloro, ecologo marino, Natale Amoroso, dell’OP Trapani, Domenico Mineo, in rappresentanza della comunità dei pescatori di Favignana, (“I pescatori, l’identità dell’isola”) l’assessore al ramo, Giuseppe Campo, il responsabile Mare di Legambiente Egadi, Michele Rallo, e di un pubblico ristretto (per ragioni logistiche), composto anche dall’assessore alla Pubblica istruzione Tiziana Torrente e dalla stampa, si è svolto ieri mattina a bordo della nave di Greenpeace “Arctic Surnrise”, il workshop dal titolo “La pesca sostenibile e le Aree Marine Protette – l’esempio delle Isole Egadi: buone pratiche e prospettive future”.
Una manifestazione inserita nell’ambito di un tour a sostegno dei pescatori artigianali europei dal titolo “Sostieni chi pesca sostenibile”, che porterà in giro, fino a giugno 2013, l'Arctic Sunrise per altri otto Stati: Romania, Bulgaria, Grecia, Croazia, Slovenia, Spagna, Francia e Regno Unito. Nelle diverse tappe, i cittadini potranno concretizzare la loro adesione alla pesca sostenibile realizzando e firmando delle barchette di carta con un messaggio che Greenpeace consegnerà ai rappresentanti dell'Unione Europea incaricati di rivedere la Politica Comune della Pesca.
A bordo della storica rompighiaccio di Greenpeace, ieri, è stato possibile incontrare il suo equipaggio e scoprire la storia dei pescatori che da generazioni utilizzano metodi di pesca responsabili, e che reclamano e rivendicano maggiore attenzione a tutela della loro attività, “minacciata” da norme fin troppo articolate che non ne consentono lo sviluppo. Oggi, invece, sono stati effettuati a bordo della nave, dai ricercatori e da Stefano Donati, dei rilievi per il monitoraggio della posidonia.
Il primo a prendere la parola ieri, al convegno moderato dalla giornalista Maria Emanuela Ingoglia – dopo il comandante della nave, Daniel Pizzotto – è stato il sindaco Lucio Antinoro.
<Abbiamo dimostrato negli anni di saper fare tutela – ha detto – e abbiamo ragazzi che vogliono vedere il loro futuro legato all’AMP e ai beni culturali del territorio. Non abbiamo bisogno di enti tutori che ci soffochino, né di confusione da parte di una politica che, dietro la parvenza della tutela, vuole appropriarsi dei nostri beni. Il Parco delle Egadi, nel litorale trapanese, non avrà mai la nostra benedizione. Non vogliamo che la nostra storia venga messa a rischio da una politica poco attenta ai sacrifici fatti sull’ambiente, su uno dei paradisi che ci invidia il mondo intero grazie all’impegno di molti. Viviamo in un paradiso naturale che è al centro della storia e che rappresenta una grande possibilità economica legata a questi gioielli>.
La nave “Arctic Sunrise” era utilizzata un tempo per la caccia alle foche monache. Poi è stata noleggiata da Greenpeace per dire no alle trivellazioni.
La necessità del convegno di ieri era dovuta, come ha spiegato Giorgia Monti, alla scadenza imminente, entro giugno, di un provvedimento adottato ogni 10 anni a Bruxelles sulla nuova politica comune della pesca.
Al centro del dibattito, ieri, la difesa del sistema marino (compresa chiaramente la battaglia contro le trivellazioni) e dell’ambiente, in rapporto alle necessità della pesca sostenibile: argomento di pertinenza dell’AMP, che dal ’91 è gestita dal Comune.
Dell’Area Marina Protetta e dei suoi compiti ha parlato nel dettaglio il direttore, Stefano Donati, sottolineando come le Egadi siano la prateria di posidonia oceanica più grande del Mediterraneo, nonché crocevia strategico per la tutela dello stesso Mediterraneo.
All’AMP lavorano attualmente 35 persone: tra i suoi obiettivi imminenti c’è la collocazione di dissuasori antistrascico ripopolanti, per la tutela del sottocosta e della risorsa ittica vitale per la piccola marineria.
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