Inserita in Cronaca il 26/09/2013 da Redazione
Erice: il Cavaliere Borghi denuncia parco giochi abbandonato
«Giova ricordare – scrive – che con una petizione del 15 marzo 2007, sottoscritta da 250 contribuenti ericini, promotore e primo firmatario lo scrivente, fra l'altro venivano sollecitati interventi di recupero e di riqualificazione a verde pubblico di un'area degradata e abbandonata a se stessa, sita nella zona residenziale che insiste nel Viale della Provincia di fronte la "Cittadella della Salute". Con la petizione in parola, infatti, veniva proposta la realizzazione di una piccola villa, quale "polmone verde", con adeguati servizi quali recinzione, pavimentazione, panchine, giochi e impianti d'illuminazione, dove trascorrere del tempo libero con i bambini e la propria famiglia. I lavori di recupero di cui sopra, si ritiene che siano stati effettuati a cura dell' odierna Amministrazione comunale. Come meglio si evince dalle relative foto, non pare che tale area pubblica possa essere proficuamente utilizzata. Per i viali e dove ci sono i giochi, infatti, veniva impiegato il materiale "pietrisco", che com' è noto potrebbe costituire pericolo costante (escoriazioni e quant'altro) sia per i bambini sia per gli accompagnatori, invece di impiegare un materiale più idoneo alle esigenze dell'area per la quale veniva realizzata (vedi per esempio il materiale "linoleum"). Veniva inoltre fotografata la presenza di bottiglie, sacchetti, borsa, erbacce ed altro ancora. viene quindi, oggi, spontaneamente chiedersi: perché veniva utilizzato il "pietrisco" e non un materiale più sicuro quale il "LINOLEUM" in particolare per i bambini? Con quale criterio veniva realizzata "la piccola villa"? Perché tutto questo evidente stato di abbandono? Ai posteri l'ardua sentenza». Attendiamo, qualora volesse replicare, il commento del sindaco di Erice Giacomo Tranchida, col quale Borghi sembra aver da tempo intrapreso una “battaglia”. Per la cronaca, i due, per delle vicende (si veda quella relativa all’ex Campo bianco di San Giuliano, ora “Falcone-Borsellino”) combattono anche in tribunale.
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