Inserita in Cronaca il 20/01/2014 da Redazione
Calatafimi-Segesta. Vittima sequestrata e torturata per ore
Si apprendeva inoltre che poco prima del sequestro dello stesso avvenuto presso il ristorante, i due malfattori lo avevano cercato anche presso la sua abitazione sita a Castellammare del Golfo compiendo un vero e proprio raid, buttando a terra il portone di ingresso e mettendo a soqquadro l’intera abitazione, tanto che addirittura veniva ritrovata anche un ascia conficcata al centro della porta di ingresso.
Immediatamente i militari della Stazione Carabinieri di Castellammare del Golfo, guidati dal Maresciallo Gargaro, si recavano presso il luogo dove si era verificato il sequestro, il Ristorante “Egesta Mare”, dove apprendevano dai testimoni presenti all’accaduto che verosimilmente i sequestratori erano due cittadini tunisini residenti a Calatafimi Segesta, impiegati presso il Ristorante “Agorà”.
Subito scattavano le ricerche e venivano allertate numerose pattuglie provenienti da Alcamo e Castellammare del Golfo per dar man forte ai colleghi di Calatafimi, nel frattempo giungeva un ulteriore telefonata al 112 che segnalava la presenza di un cittadino verosimilmente di nazionalità tunisina sanguinante all’interno del bar “Creative” di Calatafimi Segesta, i militari giunti sul posto potevano constatare effettivamente che all’interno del predetto bar si era rifugiato il soggetto sequestrato K. M., il quale alla vista dei Carabinieri, in evidente stato di shock, chiedeva aiuto e veniva immediatamente trasportato presso l’Ospedale San Vito e Santo Spirito di Alcamo per le cure del caso.
Risulterebbe dalle notizie immediatamente apprese sul posto, da parte degli inquirenti, che uno dei sequestratori, identificato in Loudhaief Bassem, aveva inseguito il soggetto sequestrato fino a che egli non si era riuscito a rifugiare all’interno del bar e non potendo più raggiungerlo per via delle numerose persone presenti, aveva preferito darsi alla fuga.
A quel punto i Carabinieri si dirigevano immediatamente presso l’abitazione del sospettato sita nella via de Amicis, dove il Bassem veniva rintracciato, unitamente al fratello Aimen ed alla di lui convivente C. C., giovane ragazza di nazionalità italiana ed al loro figlioletto di tre anni, mentre gli stessi si trovavano a bordo della loro autovettura oggetto delle ricerche in procinto di andarsene. Immediatamente venivano bloccati e condotti in caserma.
Le successive dichiarazioni del sequestrato K.M. e dalla compagnia di uno dei due sequestratori permettevano agli inquirenti di ricostruire perfettamente la vicenda.
La vittima del sequestro K.M. una volta prelevato con la forza e dietro la minaccia di un coltello dai due aguzzini, veniva portato a casa degli stessi sita a Calatafimi Segesta, una volta li, veniva sottoposto per circa due ore ad una serie di feroci sevizie, il malcapitato infatti veniva colpito violentemente al capo con una mazza in legno tanto da perdere i sensi e dopo aver ripreso conoscenza, veniva colpito con altri oggetti quali vasi in vetro, bastoni, pugni e calci su tutto il corpo, inoltre con una corda gli aggressori tentavano anche di legarlo ad una sedia, causandogli un forte trauma cranico, nonché la rottura di due dita di una mano oltre ai numerosi lividi presenti su tutto il corpo per le botte ricevute.
Solo un attimo di distrazione dei sequestratori aveva consentito al malcapitato di darsi alla fuga e quindi, rincorso dal Loudhaief Bassem, si recava presso il bar Creative, dove appunto veniva rintracciato dai militari operanti.
Inoltre la C.C., ragazza italiana poco più che ventenne, compagnia di uno dei due criminali, che per tutto il tempo era rimasta rinchiusa all’interno della propria camera da letto, senza poter avvisare nessuno, in quanto gli era stato sottratto il telefono cellulare, presentava anch’essa numerose tumefazioni al volto, ben evidenti, nonché la frattura dei due denti incisivi superiori, che dalla ricostruzione effettuata dagli inquirenti le erano state procurate, la mattina stessa, a causa della barbara reazione del proprio convivente Loudhaief Aimen, il quale avendo scoperto alcuni messaggi che la stessa si era scambiata con il K.M., per gelosia, aveva dato luogo alla violenta reazione, emergendo dunque anche uno spaccato di violenze domestiche che sembra si protraessero da diversi anni.
Il sopralluogo effettuato presso l’abitazione dove era avvenuto il violento pestaggio consentiva ai carabinieri di rinvenire numerosi elementi utili alle indagini. In particolare nella scale si rinvenivano tracce ematiche lasciate dal K.M. durante la fuga, nel soggiorno vi erano delle corde che i due avrebbero cercato di utilizzare per legare il sequestrato, si rinvenivano frammenti di vetro provenienti da un oggetto rotto in testa alla vittima, un bastone rotto in due parti, il telefono appartenente alla vittima ed il coltello utilizzato per la minaccia.
In considerazione degli elementi acquisiti si procedeva quindi all’arresto dei fratelli Bassem e Loudhaief Aimen, rispettivamente di anni 20 e 25, ritenuti responsabili dei reati di tentato omicidio, sequestro di persona, lesioni personali, porto abusivo di arma, minacce aggravate, danneggiamento aggravato e maltrattamenti in famiglia avvenuti nei confronti della convivente.
Il Sostituto Procuratore di turno presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trapani Dr. Massimo Palmeri, disponeva la traduzione dei due soggetti presso la Casa Circondariale di Trapani S. Giuliano, dove verosimilmente questa mattina saranno interrogati dal G.I.P.
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