Inserita in Cultura il 25/10/2013 da Redazione
Trapani. Il vicario generale saluta Alessandro Plotti
“Eccellenza,
davvero, a nome di tutti, è facile, dirle GRAZIE per quanto lei ha fatto, e per come ha operato in questo tempo di grazia che l'ha visto Amministratore Apostolico della tanto difficile, quanto amabile e bella, diocesi di Trapani.
La circonda, infatti, un consenso unanime di affetto, di stima, di simpatia e una gratitudine profonda, che rimarrà imperitura nel cuore di tutti, non solo di noi che abbiamo avuto il dono di starle accanto.
Ora siamo sicuri che, a dispetto della sua battuta, Lei non era affatto un vescovo "rottamato", piuttosto in sosta forzata, con la carrozzeria un po' ammaccata, ma con i motori ancora rullanti, e la mano pronta e sicura sul volante…
Perciò con prontezza s'è messo alla guida della nostra Chiesa, Le ha indicato subito la giusta direzione, e l'ha riportata sulla carreggiata senza causarle danno…cosicché, sui suoi passi a volte affaticati e stanchi, abbiamo invece percorso, in breve tempo, una grande distanza, ritrovando, nella sua parola sobria ed efficace, il ristoro e il balsamo di cui avevamo bisogno.
Lei è stato un dono del Signore. Ha subito compreso infatti che la nostra Chiesa non era quella delle insinuazioni e delle maldicenze, e che alcuni fatti, seppur gravi, pur avendolo ferito, non avevano intaccato l'integrità del corpo ecclesiale.
Restano memorabili i suoi interventi nelle diverse feste patronali, che hanno visto la gente più semplice circondarla di calore e amicizia; quest'anno, il suo discorso per la processione dei misteri a Trapani, è rimbalzato, con compiacimento e rispetto, sulla bocca di tutti; i due raduni ecclesiali d'autunno, ad inizio dell'anno pastorale, sono stati vissuti con entusiasmo e rinnovata passione dal popolo di Dio, accorso in massa; così anche la sua lectio biblica quaresimale ha riempito la cattedrale di fedeli, manifestando, di tutti, l'ardente desiderio d'ascoltare, tramite le sue parole, la Parola del Signore.
Ad intra il suo lavoro è stato ancora più prezioso. Mi sento di dire, che Lei è imponente per la sua statura, ma non per il carattere, docile invece, che non impone nulla, preferendo le infinite prove del dialogo, ritessendo, per quanto possibile, trame di relazioni strappate e curando dolorose ferite con il balsamo della pazienza.
Grazie di aver esercitato questa virtù. La nostra Diocesi è tornata a sorridere.
E per di più, la bonomìa della sua origine emiliana, la calma, probabilmente appresa sulle acque del suo amato lago di Como, l'italum acetum coltivato a Roma, e la tagliente ironia toscana esercitata a Pisa, si sono coniugati, in una formula felice, con i tratti positivi dell'anima siciliana, vincendo ogni indolenza, scavalcando ogni diffidenza, restituendo leggerezza e vigore all'azione pastorale, e conquistando la simpatia anche dei lontani e dei non credenti.
Ora dunque la salutiamo, lasciandole un piccolo segno della nostra amicizia: una piccola Madonna di Trapani in ceroplastica, la porti con sé; ogni tanto le chiediamo di guardarla e innalzare alla Madre di Dio, custode della nostra Chiesa, la sua preghiera.
Il suo lavoro nella Diocesi di Trapani non è finito, Eccellenza, anzi, in un modo diverso e secondo quelle misteriose sintonie che la fede crea nelle anime, ricomincia.
Né le mancherà la preghiera e il ricordo di quanti Lei ha incontrato in questo lembo d'Italia, ultimo nella geografia delle carte, ma non ultimo in quella Nazione Santa, senza territorio, sgorgata dal costato trafitto di Cristo in croce.
Con facilità, con amorevolezza, con lieto cuore, dunque GRAZIE, le diciamo ancora GRAZIE, per sempre… GRAZIE”.
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