Inserita in Cultura il 25/10/2013 da Redazione
Trapani, Alessandro Plotti saluta. Commozione durante l omelia
"Poi ho pensato - ha continuato Plotti -: 'Se il Papa tra i 140 vescovi emeriti che vi sono in Italia - alcuni molto più intelligenti, preparati e culturalmente attrezzati di me - ha chiamato me, vuol dire che c’è un Disegno di Dio che vuole la mia disponibilità a rimettermi in gioco e a ricominciare un servizio episcopale, pieno di incognite ma ricco di sollecitazioni pastorali'.
Così sono arrivato a Trapani. E qui è avvenuto quello che non mi sarei mai aspettato: dopo pochi mesi mi sembrava di esserci sempre stato, tanto è stato l’affetto, la stima e la gioia vissuta nella reciprocità con l’intera comunità diocesana.
Ed è di questo che oggi sento il dovere di ringraziare, dal profondo del cuore. Desidero davvero ringraziare tutti: i presbiteri, i diaconi e i tanti laici, con i religiosi e le religiose che hanno - bontà loro - condiviso questo cammino di riconciliazione e di pacificazione.
È stato merito vostro se oggi porto a termine questa avventura che ha segnato profondamente la mia vita.
Ringrazio il Signore per avermi concesso questa esaltante esperienza.
Permettetemi, ora, prima di lasciare questa terra e questa Chiesa che mi hanno dato tanto e che meritano dignità e rispetto, di lasciarvi come un testamento per il vostro futuro, attorno al nuovo vescovo. Prima di tutto cercate di amare sempre di più la Chiesa: questa Chiesa di cui tutti siamo membra vive. Amiamola con i suoi e nostri peccati, con le nostre debolezze. La Chiesa è madre sempre e comunque, lo sperimentiamo. E deve risplendere della luce di Cristo.
Vivete sempre più lo spirito di servizio: Gesù è venuto per servire e non per essere servito. Se nella Chiesa c’è stato qualcuno che, abusando della propria autorità, si è servito della Chiesa per la propria affermazione personale, proprio per questo cresciamo nel servizio vicendevole, facendo eco della misericordia di Dio.
La simbologia della Lavanda dei piedi è norma inderogabile dell’agire cristiano. Purtroppo ci sono tanti cristiani “schizzinosi” che evitano elegantemente di prendere fra le mani i piedi puzzolenti di chi è caduto nel fango e può purificarsi solo con il lavacro del perdono e della rigenerazione.
Celebriamo oggi la ricorrenza della Dedicazione della Cattedrale. È la chiesa del Vescovo, dove celebra, predica e benedice. Lo spirito di servizio deve cominciare proprio dal vescovo, primo testimone della fedeltà al Vangelo. A nulla servono i discorsi paludati e solenni: occorre che anche il vescovo si sporchi i piedi per battere le strade impolverate del mondo per cercare le pecore smarrite, svestendosi della ritualità clericale, per essere povero tra i poveri senza condanne e senza giudizi precostituiti.
Amate il mondo: amate la vicenda spesso complessa della storia dell’umanità. Non coltivate atteggiamenti di rifiuto, di difesa e di paura, ma condividete - come ha fatto Gesù - i drammi e le istanze della società attuale, cogliendo e promuovendo i germi di verità, di giustizia e di libertà che tanti fratelli portano nel cuore e che rischiano di esplodere in conflitti con la Chiesa, spesso arroccata sulle sue sicurezze dogmatiche.
Carissimi,
accogliete il nuovo vescovo con questo spirito. Aiutatelo ad essere maestro e testimone, guida sicura e credibile di questo popolo che sente l’urgenza di riprendere il cammino di una fede incarnata e profetica.
Ancora grazie a tutti. State certi che non vi dimentico!
Pregate per me. Io - vi assicuro - pregherò per voi, con tanta nostalgia”.
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