Da domenica prossima, Domenica delle Palme, la Chiesa celebra la settimana più importante e più feconda di riti e di simboli per l’intera cristianità. Nei giorni del triduo pasquale (da giovedì alla domenica di pasqua) la Chiesa celebra i suoi riti più antichi e profondi di significato, celebrando il cuore della sua fede e della sua speranza: la passione, la morte e la resurrezione del Cristo, il suo comandamento nuovo: quello dell’amore e della fraternità universale, l’istituzione del sacerdozio e dell’eucarestia arricchito di segni bellissimi come la benedizione degli oli sacri, la lavanda dei piedi, il lucernario, il battesimo degli adulti la notte di Pasqua. A Trapani il triduo di concluderà con la processione del Risorto. Dopo la messa delle palme di domenica prossima, il primo evento è la “messa del crisma” giovedì mattina alle ore 10.00. La sera del giovedì santo il vescovo celebrerà il rito della lavanda dei piedi, lavando i piedi a 12 detenuti presso il carcere di San Giuliano mentre la notte di Pasqua sei giovani – un giovane di Alcamo, una giovane di Trapani e quattro delle frazioni di Rilievo e Guarrato – riceveranno dalle mani del vescovo il Battesimo e gli altri sacramenti dell’iniziazione cristiana e diventeranno cristiani . Domenica prossima, Domenica delle Palme e Giornata Mondiale dei Giovani. Con il segno delle “palme” e quello dei ramoscelli d’ulivo la Chiesa accoglie Gesù messia e Signore: nelle palme si può intravedere il segno del martirio e nell’ulivo quello della pace e della riconciliazione. Come dice Andrea da Creta: “Agitando i rami spirituali dell´anima, anche noi ogni giorno, assieme ai fanciulli, acclamiamo santamente: Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d´Israele”. Ore 11.00 Chiesa di San Domenico, benedizione delle Palme e processione verso la Cattedrale “San Lorenzo”; ore 11.30 Solenne messa pontificale presieduta dal vescovo Pietro Maria Fragnelli in Cattedrale;
Giovedì Santo, 17 aprile Ore 10.00 Cattedrale “San Lorenzo” Santa Messa del “crisma”. Tutti i sacerdoti della diocesi si ritroveranno alle ore 9.30 presso la Chiesa del Collegio per la celebrazione dell’Ora Terza. Alle 10.00 si avvierà la solenne processione d’ingresso verso la chiesa cattedrale nella quale il vescovo presiederà la concelebrazione della Santa Messa Crismale con tutti i sacerdoti della diocesi, quale segno della stretta comunione tra il Pastore della Chiesa locale e i suoi fratelli nel Sacerdozio ministeriale. Poich´ il Giovedì santo si fa memoria dell’istituzione del sacerdozio, i presbiteri presenti alla celebrazione presieduta dal vescovo ed unica per tutta la diocesi rinnovano collegialmente e pubblicamente le loro promesse di fedeltà a Cristo e alla Chiesa. Nel corso di questa intensa celebrazione che è davvero unica (a volte intervengono intere scolaresche per seguirla per l’intensità dei gesti che vengono compiuti) vengono benedetti: l’olio dei catecumeni che servirà per l’unzione dei bambini e degli adulti che richiedono il battesimo; l’olio degli infermi con il quale si ungeranno gli ammalati; il sacro Crisma (olio misto a preziose fragranze profumate alcune provenienti dalla Terra Santa e dalla Grecia) con il quale si ungeranno i battezzati, i cresimati, i nuovi sacerdoti, i nuovi altari e le nuove chiese.
Per la preparazione del crisma è stato usato una boccetta di profumo al Bergamotto che viene da un terreno confiscato alla mafia dono della Diocesi di Locri-Geraci. Prima del termine della celebrazione il Vescovo consegnerà ai parroci della diocesi i tre oli santi. A conclusione della celebrazione i sacerdoti si riuniranno per un pranzo fraterno in seminario con il vescovo. Ore 19.00 Cattedrale “San Lorenzo” Santa Messa “in coena domini”. Con la celebrazione serale del Giovedì Santo ha inizio il triduo "della morte sepoltura e risurrezione" del Signore “centro di tutto l’anno liturgico”. Alle ore 19.00 nella Cattedrale “San Lorenzo” si terrà la messa vespertina pontificale della “cena del Signore”. In tutte le parrocchie della diocesi sono presentati alla comunità all’inizio della celebrazione gli oli santi benedetti dal vescovo nella messa crismale. I temi dominanti la celebrazione eucaristica nella quale si fa memoria dell’ultima cena di Gesù sono: l’istituzione dell’Eucaristia e del sacerdozio ministeriale e il comandamento dell’amore fraterno. La liturgia, pertanto, propone: il rito della lavanda dei piedi. Il vescovo, richiamando il gesto di Gesù che amò i discepoli fino alla fine. Il vescovo laverà i piedi a 12 detenuti del casa circondariale di San Giuliano. L’invito a vivere la carità si prolunga nella processione offertoriale accompagnata dall’antico inno dell’amore cristiano Ubi caritas et amor Deus ibi est. Inoltre, la liturgia propone l’adorazione prolungata dell’Eucaristia che a conclusione della celebrazione verrà custodita nell’altare della deposizione dell’eucarestia appositamente preparato per l’occasione. Gli altari dell’Eucarestia vengono riccamente ornati di fiori: vengono chiamati erroneamente “sepolcri” e vengono visitati da migliaia di fedeli. Altri due elementi caratterizzano la celebrazione: Durante il canto del Gloria suoneranno per l’ultima volta fino alla notte di Pasqua, le campane di tutte le Chiese. Alla fine della celebrazione si “spogliano” delle tovaglie liturgiche tutti gli altari della chiese. Adorazione eucaristica fino alle ore 24.00 (con la realizzazione degli altari della reposizione, quelli che vengono ancora erroneamente chiamati “i sepolcri”. Questi “altari” vengono realizzati solo nelle parrocchie dove c’è una comunità che si riunisce in preghiera e dunque non nelle rettorie o altre chiese). Venerdì Santo 18 Aprile: giorno di astinenza e digiuno (prima della riforma liturgica del 1955 ad opera di Pio XII vi era anche il digiuno eucaristico).L’azione liturgica si svolge nel primo pomeriggio richiamando le ultime ore di Cristo. In Cattedrale la celebrazione dell’adorazione della croce si tiene invece alle ore 19.00, dopo il passaggio della processione dei “Misteri”. L’ingresso del celebrante è caratterizzato da una profonda austerità legata al tono dell’intera celebrazione: non viene eseguito alcun canto; la processione d’ingresso si snoda accompagnata da un profondo silenzio e si conclude con la prostrazione del celebrante dinanzi l’altare. Gli altri momenti della celebrazione sono: La liturgia della Parola durante la quale si legge la passione del Signore secondo il vangelo di Giovanni e si propone una lunga e particolare preghiera universale risalente al V secolo; alcune delle preghiere sono state comunque modificate (come sotto il pontificato di Giovanni XXIII quella per gli ebrei) per rispondere alla sensibilità e alla situazione del mondo contemporaneo; L’adorazione della Croce: la Chiesa innalza, presenta ed adora il segno vittorioso di Cristo: la Croce, albero della salvezza; la comunione con le specie eucaristiche consacrate durante la messa del giovedì Santo. La celebrazione non si conclude con la benedizione ma con la preghiera super populum che sintetizza i temi della liturgia e proietta nella luce della Pasqua. Parallelamente all’ingresso l’assemblea si scioglie in silenzio. La liturgia del Venerdì santo, seppur nell’austerità e nel tono penitenziale che la caratterizza, non si presenta come una liturgia funebre e luttuosa ma la contemplazione del sacrificio cruento di Cristo. Ecco che, infatti, la Chiesa bizantina in un antico testo canta: «Adoriamo la tua croce Signore, lodiamo e glorifichiamo la tua risurrezione! Dal legno della croce è venuta la gioia in tutto il mondo».
Sabato Santo, 19 Aprile. È il giorno del grande silenzio perch´ – come dice un’antica omelia –, «il Re dorme. La terra tace perch´ il Dio fatto carne si è addormentato ed ha svegliato coloro che da secoli dormono». È la celebrazione silenziosa del tempo sospeso e dell’imitazione delle pie donne che nella sera del venerdì santo, dopo che fu sepolto Gesù: «Erano lì, davanti al sepolcro» (Mt 27,61); ma è anche il giorno in cui la chiesa si raccoglie con la Vergine Madre che veglia il corpo del Figlio nell’attesa della Risurrezione gloriosa. Le Chiese orientali celebrano il mistero della discesa di Cristo agli inferi. Azione extraliturgica: la comunità parrocchiale della cattedrale dalle ore 09.00 si inserirà nella processione dei misteri, al seguito dell’Addolorata. Nelle parrocchie è il giorno dedicato al sacramento della riconciliazione (confessione). Sabato Santo, alle ore 22.30 Cattedrale “San Lorenzo”: Veglia Pasquale presieduta dal vescovo. È la madre di tutte le veglie; essa si colloca al cuore dell’Anno liturgico, al centro di ogni celebrazione. Nel cuore della notte i cristiani celebrano la vera Pasqua, la liberazione dalla schiavitù del peccato e della morte. Cristo nostra pasqua è risorto. La liturgia prevede: il Lucernale con la benedizione del Fuoco Nuovo, l’accensione del Cero pasquale che rimarrà acceso per 50 giorni, l’accensione delle candele dei fedeli e di tutta la chiesa, il canto dell’Exsultet, l’antico inno attribuito a sant’Ambrogio e che proclama la felix culpa di Adamo e inneggia a Cristo, centro del cosmo e della storia, che, con la sua luce serena, sconfigge le tenebre della mondo. Prevista inoltre, la liturgia della parola che ripercorre la storia della salvezza dalla Creazione alla risurrezione del Cristo. Poi è la volta della liturgia Battesimale (sin dai primi secoli la chiesa celebra la notte di pasqua il sacramento del battesimo.). Infine della liturgia eucaristica. In cattedrale il Vescovo amministrerà il battesimo la cresima e la prima comunione a sei catecumeni adulti. Domenica di Pasqua, 20 Aprile, resurrezione del Signore: giorno assolutamente nuovo per l’umanità, giorno che illumina la storia del mondo e inaugura la nuova creazione. A Trapani come si terrà, come ormai è consuetudine da alcuni anni, la Processione del Risorto che si concluderà con la Santa Messa nella Chiesa Purgatorio.
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