Inserita in Politica il 31/07/2013 da Redazione
FAVIGNANA: PATTO EGADINO DENUNCIA L'AMMINISTRAZIONE IN PROCURA
il sottoscritto Braschi Salvatore, nato a Trapani il 22/01/1967,nella qualità di consigliere comunale di Favignana e capo gruppo della lista Patto Egadino che consta di 5 consiglieri comunali,con la presente esorta e chiede il Loro intervento per i fatti che di seguito espongo che, nel merito, mi costringono a scrivere alle SS.LL. affinchè venga ripristinata la legalità all’interno della P.A. e sia rispettato nelle forme di Legge il ruolo e le competenze del consigliere comunale.
1° Fatto. Dal nostro insediamento nella qualità di consiglieri comunali abbiamo esercitato il diritto di accesso agli atti amministrativi, ex art. 43 co. 2 del T.U.E.L. d. lgs. n.267/2000, riscontrando una evidente difficoltà ad esaudire le richieste ed estrazioni delle copie dopo l’avvenuta ostensione dei documenti; infatti i preposti dell’ufficio hanno sempre richiesto un atto formale in forma scritta da parte del consigliere comunale per estrarre le copie. Abbiamo ravvisato anche difficoltà all’estrazione di una copia di un semplice foglio A4 con invito a presentarsi in giorni successivi per la consegna. Descrivo per opportuna conoscenza le motivazioni pretestuose edotte dai preposti all’ufficio che hanno determinato i ritardi: ( il capo settore è assente…. - non sappiamo dove è il fascicolo… - deve fare richiesta scritta…. - ritorni un altro giorno,per ora non ho tempo… - la richiesta deve essere protocollata,ritorni domani… - manca il timbro da apporre sulla copia… - devo parlare con il capo settore…). A nostro parere si disconosce e si viola, nella fattispecie, il diritto speciale del consigliere comunale ed il principio di “leale collaborazione Istituzionale” ex art.22,co.5 legge 241/90 al fine dell’ acquisizione dei documenti amministrativi. All’uopo si allega una nota del 12/07/2013 prodotta dal sottoscritto. 2° Fatto. Nel consiglio comunale celebrato ieri convocato con atto prot.220/Segr. del 24/07/2013,sono avvenuti fatti che ci indignano e mortificano sia come persone che nella qualità di consiglieri. Premesso che il gruppo aveva fatto istanza prot.10706 del 08/07/2013 per la convocazione di un consiglio comunale ai sensi dell’art. 5 del regolamento del C.C. con all’ordine del giorno la gestione dell’area marina protetta in riferimento a delle convenzioni in affidamento diretto a soggetti privati locali; che durante la conferenza dei capigruppo del 24/07/2013 era intendimento del presidente e del capogruppo di maggioranza convocare il consiglio per il punto de quo dopo le vacanza estive; che su mia insistenza e nel rispetto dei termini previsti dalla Legge era doveroso convocare il consiglio per il punto de quo prima della pausa estiva; che si conveniva,obtorto collo,con palese contrarietà del capo gruppo di maggioranza,di inserire l’argomento richiesto dalla minoranza all’ultimo punto dell’odg del prossimo consiglio (30/07/2013); che si conveniva inoltre,visto i tanti argomenti da trattare,che nel caso i lavori del consiglio si protraevano per lungo tempo,di aggiornare il consiglio al giorno successivo; che nel corso della seduta di ieri la maggioranza presenta una richiesta di rinvio del punto all’odg proposto dalla minoranza e che, in forza della legge sui numeri e calpestando il diritto di argomentare e trattare il punto richiesto dalla minoranza,la maggioranza vota il rinvio a data da destinarsi chiudendo immediatamente i lavori del consiglio; che il nostro gruppo aveva chiesto la trattazione al giorno successivo come da accordi e che tale richiesta è stata negata. E’ chiaro che la maggioranza non ha voluto trattare l’argomento de quo e ci chiediamo il perché…quali possono essere i motivi ostativi di tale chiusura nei nostri confronti visto e considerato che fare chiarezza su come si investono i soldi pubblici è un dovere del consigliere e di tutto il consesso civico,organo di controllo politico amministrativo sulla gestione della cosa pubblica. Perché fa tanto scalpore, al punto di rinviare la discussione, entrare nel merito della gestione dell’area marina protetta delle Isole Egadi,il cui Comune di Favignana è delegato alla gestione da parte del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare? Confidiamo nel ruolo istituzionale del Presidente del Consiglio di garante dei diritti dei consiglieri a convocare d’urgenza, prima della pausa estiva, la riunione del consesso civico al fine di non far appalesare il rinvio a data non certa come un modus di “prendere tempo” per far cosa non sappiamo! 3° Fatto Il nostro Gruppo aveva presentato una mozione il 01/07/2013 portata ieri in discussione in Consiglio. Dopo la lettura della stessa, il capogruppo di maggioranza presenta un ordine del giorno che intendeva modificare parzialmente il contenuto del dispositivo della nostra mozione. Premesso che non vi è traccia nell’ordinamento degli Enti locali di un “Istituto” che dia la facoltà di emendare una mozione,che come si evince non è assimilabile ad un atto deliberativo. Premesso inoltre che, anche se il consiglio lo ritenga un emendamento alla mozione, prassi amministrativa vuole che prima venga votato l’emendamento e poi,nel caso in specie, la mozione così emendata. Considerato altresì che l’art.41 del Regolamento del C.C. recita che: “ La mozione comporta sempre l’adozione di un voto deliberativo a conclusione del dibatitto”. I fatti ed i comportamenti ieri accaduti sono stati diversi rispetto alla legalità e legittimità degli stessi perché non solo l’ordine del giorno è stato considerato un emendamento ma poi, la nostra mozione neanche è stata messa ai voti in spregio al comune diritto. A nostro avviso si appalesa un eccesso di potere da parte del Presidente del Consiglio in quanto vi è una erronea valutazione dei fatti ed una ingiustizia manifesta oltre che ad una mancanza di rispetto istituzionale nei nostri confronti. L’A. C. di Favignana negli ultimi 5 anni ha vissuto un’attività politica/istituzionale anomala in quanto non vi è stata un’opposizione in consiglio comunale,sono stati eletti tutti i consiglieri dell’unica lista, per cui era facile governare la cosa pubblica. Non vorremmo che si continui a governare la cosa pubblica a senso unico senza tener conto di una minoranza consiliare che ha il diritto dovere del controllo politico amministrativo e del confronto in aula senza pregiudizi e strumentalizzazioni perché altrimenti si calpesterebbe la democrazia ed i principi fondanti la nostra Costituzione.
Certo dell’interessamento delle SS.LL resto a disposizione per fornire ulteriori informazioni a riguardo di quanto sopra denunciato.
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