Inserita in Politica il 01/08/2013 da Redazione
Bar, musica, decibel e regolamenti. La Pica interviene sull'ordinanza del sindaco Damiano
<<L'ordinanza del sindaco è un atto puramente amministrativo ed operativo, ma alcuni amano rimestare nel torbido e strumentalizzare politicamente una vicenda di specchiata chiarezza».
«Ritenevo, fino ad oggi, di aver visto ogni sorta di strumentalizzazione politica ma la polemica, surrettizia e priva di ogni fondamento, relativa all'ordinanza che intende regolamentare le attività collaterali di musica ed intrattenimento nei bar, non credevo potesse giungere fino al cattivo gusto di una inutile costituzione in comitato con l'obiettivo di mettere in discussione lo stesso sindaco e, addirittura, di chiederne le dimissioni. Ridicolo!».
«Siamo giunti alla mistificazione della realtà e della memoria. Fissare all'una di notte l'interruzione della musica nei bar è una misura di decoro e civiltà (è un orario che in maniera equilibrata contempera le esigenze dei pubblici esercizi e le legittime istanze di quiete e riposo dei residenti del centro storico e dei turisti ospiti delle numerose strutture ricettive che operano nella parte più antica della città). Del resto nel recente passato analoghe ordinanze erano state emesse per regolamentare tali attività e nessuno se ne è lagnato. Una semplice ordinanza, un atto amministrativo dovuto anche per rispondere alle numerose richieste di abitanti del centro storico di maggiore quiete nelle ore notturne, è divenuta oggetto di singolare strumentalizzazione. Nella odierna vicenda v'è, da parte dei componenti il comitato, una sovrabbondanza di faziosità che sconfina nella distorsione della verità ad uso e consumo di interessi politici estranei alle ordinarie dinamiche e relazioni, che pure possono essere talvolta aspre, tra amministrazione comunale e cittadini che ritengono vengano lesi interessi legittimi».
«Le critiche alla amministrazione comunale non solo sono consentite, ma talvolta perfino necessarie. Non possono però essere strumentali, ingenerose, basate su falsi presupposti e, soprattutto, non possono essere strumento di chi ama fomentare il dissenso violando le regole del confronto democratico».
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