Inserita in Politica il 20/11/2013 da Redazione
A TRAPANI NON ESISTE IL TAGLIO DELLA SPESA
Non si parla più della raccolta differenziata porta a porta, nessun riferimento ad una più accurata pulizia delle strade, all’istituzione di un controllo per punire, in modo pesante, chi lascia la spazzatura nelle strade o sui marciapiedi oppure su quelle famiglie del centro storico che lasciano penzolare dai balconi i maleodoranti sacchetti della spazzatura, legati a cordicelle, in attesa che gli “spazzini”,ormai chiamati operatori ecologici, provvedano a ritirarli ed a portarli all’impianto di riciclaggio.
In una città che ama definirsi turistica non sono per nulla un bel biglietto da visita questi incivili comportamenti, che disonorano un popolo ed aumentano notevolmente i costi.
Ma all’Amministrazione in carica questi aspetti sembra non interessino tanto, quanto la garanzia della copertura delle tradizionali spese correnti, anche se tutti gli altri Enti locali, per non tartassare ulteriormente i loro cittadini, hanno posto notevoli limiti alla borsa della spesa.
Ma, a quanto pare, si vuole dare l’impressione che la città sia quella Trapani opulenta dei secoli scorsi, quando latifondisti, banchieri, varie categorie artigiane, pescatori e maestri corallai, costituivano il fulcro di una collettività che viveva agiatamente di quel lavoro che c’è sempre stato. Oggi che il lavoro è diventato quasi un’araba fenice per vaste categorie di subordinati, costretti a vivere di cassa integrazione (fino a quando si potrà pagare, sic!), di impiegati precari, di giovani diplomati e laureati in cerca di occupazione (dal momento che da 20 anni non ci sono più concorsi pubblici) e soltanto vergognoso pensare di rivoltare le tasche di chi è ridotto all’osso.
Forse la maggioranza del consiglio comunale, sindaco e consiglieri, sono tutti benestanti o non sono in grado di rendersi conto di come vive la città: non vedono quante domande sono state presentate per quei quattro cantieri scuola che si apriranno il prossimo anno, se la Regione avrà i soldi per pagare; non guardano le saracinesche abbassate delle attività commerciali fallite o che hanno volontariamente cessato l’esercizio; non guardano quanta gente, dall’alba al tramonto, ma anche di notte, va a rovistare i cassonetti in cerca di qualcosa … di utile.
Il pensiero di chi governa la città è rivolto al mantenimento della situazione preesistente, senza considerare le compatibilità, le possibilità effettive di chi deve pagare, come si può evitare di appesantire la già precaria situazione economica di disoccupati, precari, operai ed impiegati pubblici che non vedono da oltre 20 anni il becco di un aumento e segnano il passo con i contratti bloccati dai governi che in questo ventennio si sono succeduti.
Vito Palmeri
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