Inserita in Politica il 15/01/2014 da Redazione
Le imprese estrattive non pagheranno più i canoni per scarti e sottoprodotti di lavorazione
Un provvedimento che gli operatori del settore avevano denunciato essere, nei fatti, una doppia tassazione per la stessa finalità (il recupero ambientale) e potenzialmente un fattore deprimente delle attività economiche legate alle attività estrattive. L'emendamento era stato proposto dai parlamentari Girolamo Fazio, Baldo Gucciardi e Paolo Ruggirello, ma nel corso della seduta d'aula e della discussione sulla legge di stabilità aveva trovato l'opposizione del M5S. A sostegno dell'emendamento sono intervenuti sia Fazio che Gucciardi ed anche l'onorevole Girolamo Turano. Alla fine l'aula ha accolto l'orientamento della deputazione trapanese.
«Probabilmente - spiega Fazio - alcuni colleghi contrari all'emendamento avevano ritenuto che si volesse glissare sul recupero ambientale e sulla tutela paesaggistica, ma l'emendamento nel cancellare un balzello inaccettabile per le attività produttive del settore lapideo dispone con altrettanta accortezza un aggiornamento della precedente normativa e va a confermare ed incrementare i versamenti per opere di recupero ambientale a carico degli esercenti delle attività di cava con un 50% in più e fino ad un tetto massimo elevato (dai vecchi 50 milioni di lire) fino a 50.000 euro per ciascuna azienda».
«Sono somme - ricorda il presidente del Gruppo Misto - che per una percentuale del 20% la Regione mette a disposizione dei Comuni interessati per la realizzazione di opere di recupero e riqualificazione ambientale. Qualora siano interessati più Comuni il previsto 20% va ripartito sulla base della superficie di cava approvata ricadente in ciascun Comune»
«Inoltre, elemento di novità - conclude Fazio, che è anche componente della commissione regionale Antimafia - questa stessa percentuale dovuta ai Comuni può anche essere utilizzata per il recupero di immobili e beni sequestrati alla criminalità organizzata».
Fazio esprime invece «rammarico» per la mancata approvazione degli emendamenti per lo snellimento e la semplificazione di procedure edilizie che, pur non comportando impegni di spesa sul bilancio regionale, sono finiti tra quelli ritirati per non appesantire i lavori d'aula. Uno degli emendamenti prevedeva l'estensione di validità dei termini di concessione edilizia. «Sarà mio impegno - assicura Fazio - perché tale provvedimento possa trovare efficacia in un prossimo disegno di legge».
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