di Vito Palmeri Ha cancellato le provincie, ha annullato gli istituti di addestramento professionale, ha chiuso buona parte degli enti collegati, non ha pagato le imprese creditrici,non ha mantenuto le promesse, non è stato capace di mandare in approvazione un bilancio con spese coperte. Crocetta, a differenza di altri governatori regionali, non ha recepito il decreto sul pagamento dei crediti alle imprese, con tutte le conseguenze che questo comportamento ha già provocato con la procedura d’infrazione avviata dall’Unione Europea nei confronti dell’Italia. Una rivoluzione, dunque, senza generali e con comandanti inesperti a cui ha dato in mano i giocattoli assessoriali. E le responsabilità ricadono su Crocetta, che non ha voluto politici in giunta. Le provincie non esistono più ma gli enti che dovranno sostituirle sono ancora da venire. L’ultimo appello è fissato per la prossima settimana: entro il 15 febbraio l’ARS dovrà approvare il disegno di legge che istituisce i consorzi di comuni, le aree metropolitane e la proroga dei commissari, che hanno avuto in mano fino ad oggi la sorte delle 9 provincie siciliane e che ora si troveranno a gestire il passaggio dei poteri. Nessuno può prevedere cosa accadrà la prossima settimana. L’Assemblea Regionale per varare una legge deve valutare ben 4 testi, tra cui quello della proroga degli attuali commissari. Segno evidente che non esiste alcuna certezza sul varo della legge. Una boccata d’ossigeno per quei commissari che ormai hanno preso gusto nella gestione di enti che le amministrazioni precedenti, nel bene e nel male, hanno guidato con oculatezza, e che ora hanno toccato il fondo, con l’attribuzione di incarichi onerosi ad abundantiam ai dipendenti e la svendita di beni patrimoniali per fare cassa ed avere i bilanci in ordine. Questi commissari, alcuni dei quali non avevano visto nemmeno in cartolina le provincie affidate, si preparano quindi a gestire il ritorno degli organi democraticamente eletti, nel caso che entro sabato prossimo non dovesse essere varata la legge con i suoi allegati per la trasformazione delle provincie in liberi consorzi di comuni. Crocetta, a differenza di altri governatori regionali, non ha recepito il decreto sul pagamento dei crediti alle imprese, con tutte le conseguenze che questo comportamento ha già provocato con la procedura d’infrazione avviata dall’Unione Europea nei confronti dell’Italia. Ma forse si prepara a fare ritorno al parlamento europeo, dove non si assumono certe responsabilità: e la Sicilia,intanto, ha perso altre occasioni di sviluppo e di progresso!
Commenti
10/02/2014 - La Sicilia ha tali e tanti problemi che non esiste la bacchetta magica. Se a questo poi aggiungi una totale inconsistenza nella pianificazione (vedi il pasticciaccio delle province abolite) si capisce come qui servirebbe un reale colpo di spugna alla politica nostrana. (Luca S.)
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