«I tempi sono maturi per restituire questa città alla volontà dei propri cittadini. Una parata di aerei di un giorno non risolve i problemi di due anni di mancata gestione di una città». Comincia con chiarezza e decisione la lettera di Francesco Brillante, segretario PD di Trapani. Una città per la quale si potrebbero usare mille metafore e accostamenti, tutti negativi e, purtroppo, forse tutti azzeccatissimi. Che si parli di una realtà allo sbando o che sta per annegare, che si parli di limbo o di sabbie mobili – come noi abbiamo scelto oggi – è difficile non essere d’accordo. Lo dicono per strada i commercianti, lo si legge sui social network, dalle bacheche e dai profili dei cittadini. Certo, fa comodo pensare che sia tutta colpa del sindaco, ma non è proprio così. «Leggo le dichiarazioni dell’onorevole Ruggirello di questi ultimi giorni – continua la nota –, dalla quale si nota, finalmente, la presa di coscienza anche di ulteriori livelli della politica trapanese, oltre quelli di livello comunale. La città è amministrativamente alla deriva. La stagione estiva è più che inoltrata e non si ha un Assessore al Turismo e alla Cultura. Coloro che volessero contribuire allo sviluppo dell’intrattenimento in questo territorio non hanno un interlocutore. Probabilmente non ce l’avranno neppure a breve. Molti dei consiglieri comunali hanno ancorato una valutazione sulla mozione di sfiducia al piano finanziario. Quale Piano Finanziario? Quale Assessore al Bilancio lo sta predisponendo? Quale revisori si stanno consultando? Diciamolo con chiarezza: non si trova chi voglia fare l’assessore per questo Sindaco. Imbarazzante. Trapani è in costante limbo, insostenibile per i cittadini che si ritroveranno nella migliore delle ipotesi tutto fermo, e nelle peggiori un aggravamento dato dai vari IUC , Tasi , Tares, Imu e ecc. Oltre questo, non è solo il “danno emergente” da considerare come effetto della mala gestio, ma anche il “lucro cessante”. Giusto per fare un esempio, la mancata attivazione della raccolta differenziata causa una sanzione al Comune di diverse centinaia di migliaia di Euro dei CITTADINI. Il mancato rispetto dei termini dell’accordo di Co-Marketing per l’Aeroporto di Birgi sta creando palpabili danni a tutto il territorio con la consequenziale diminuzione di voli. Cosa succederà in caso di ulteriore persistenza nella morosità è facile da immaginare. Dove vuole andare questo territorio? Non si sa, perch´ un progetto non c’è . La soluzione migliore che viene in mente al Sindaco è ammainare una bandiera e chiedere una colletta. Dimenticando che un Primo cittadino non ha solo il compito di gestire, ma anche quello di “creare” i presupposti per nuove forme di finanziamento, per nuovi investimenti, per una nuova e migliore gestione delle risorse. Ma forse è chiedere troppo. No, non lo possiamo più sostenere “comandante” cosi. Il PD di Trapani non sta con quest’Amministrazione, e non la vuole più. Ma chi ci sta, e chi la voglia sono il vero mistero contemporaneo. In un clima dove il Primo cittadino prende dure distanze dalla politica e dove la politica prende dure distanze da lui; e dove il cittadino non crede più nel suo operato, perch´ un singolo consigliere dovrebbe fermare questo processo di cambiamento? Presto detto. Se si toglie il mandato della cittadinanza - ampiamente revocato -, e si toglie ancora il mandato della politica -malamente revocato -, resta solo...anzi sola la poltrona. È giusto tracciare chiara la linea. Il cambiamento passa da una scelta, la scelta c´è già. Chi non sceglie non lo fa per ragioni politiche - che sono manifestamente ripudiate dal Sindaco ogni giorno - o filantropiche, ma lo fa per puro interesse. Interesse di portare a casa la “pagnotta”, interesse di riuscire a lucrare sul Sindaco quando sarà più debole, interesse a trovare tempo per cercarne un altro per fare di Trapani la solita terra di nessuno. Sia chiara la ragione a tutti, specie quando altre non ve ne sono. Allora hanno ragione quelli che pensano che sia ora di smetterla di parlare, hanno ragione quelli del “tutti a casa”, ed hanno ragione quelli che non ci credono più. Perch´ c’è un tempo per ragionare, uno per concertare, ma quando tutto si esaurisce , quando anche gli Assessori “personali” gettano la spugna, si deve riacquistare la sana facoltà di indignarsi. Perch´ il solo modo per superare un errore, è quello di ammetterlo e da questo imparare a non ripeterlo andando avanti. Lo status quo non ce lo possiamo più permettere. Il tempo è già scaduto. Con chiarezza, preso atto che molte altre forze politiche stanno acquisendo il giusto grado di consapevolezza, lancio un appello affinch´, di concerto, si possano aprire nuove e comuni vie che possano portare ad una nuova fase politica, che sinceramente Trapani merita». Chiarezza, scrivevamo in apertura. Appare lapalissiano, infatti, da mesi, che l’obiettivo – o forse meglio ciò che, finora, appare – è la voglia di mandare il sindaco a casa. Sottolineiamo: da mesi. Indipendentemente dal fatto che sia o meno la soluzione a tutto, con che risultati? Sabbie mobili, appunto. Tutti quanti immersi, ma non ci si muove: significherebbe rapida morte. Allora si sta fermi, e nessuno viene certo ad aiutarci, attorno c’è il deserto. Si sta fermi ma si sa già come finirà, anche se più lentamente. Proprio per questo si rimane immobili, per continuare a respirare e vivere fino alla fine, fino a che si può; senza neppure muovere appena gli occhi per cercare attorno un possibile appiglio, perche´ il solo pensiero terrorizza e paralizza. E così muore Trapani, che vorrebbe salvarsi ma non ha il coraggio. Morire di certo, ma respirare fino alla fine, piuttosto che cadere in preda al panico perche´ a muoversi si sprofonda. Senza sapere che basta voltarsi per trovare, vicina, una salvezza.
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