Il Porto di Trapani, storicamente, rappresenta l´anima economica della Sicilia occidentale, ed ancor più tale posizione diverrà´ strategica con l´attuazione della cd Area di Libero Scambio nel Mediterraneo. Oggi, sovente, rappresenta il "porto disperato" per la speranza di tanti migranti profughi dalle loro terre, accolti solidaristicamente dalle nostre comunità, in nome e per conto di un sistema Paese solidale e non egoista. Diversa sorte sembra prefigurarsi per il futuro dello scalo portuale trapanese. Apprendiamo, peraltro, da un comunicato stampa di questi giorni da parte del Nuovo Consorzio del Porto di Trapani, che dal 15 luglio scorso le attività di vigilanza e di controllo veterinario del Posto di Ispezione Frontaliera (PIF) di Trapani, nella vecchia sede della Stazione Marittima, è stato sospeso da parte del Ministero della Salute. Apprendiamo inoltre, che alcuni operatori locali, in sostituzione delle autorità competenti, hanno provveduto a proprie spese ad allestire un nuovo PIF in linea con le direttive europee in nuovi locali presso la banchina Isolella. E sebbene oggi i locali siano pronti per essere consegnati al Ministero, che dovrà, almeno questo, provvedere ai contratti per gli allacci alle reti idriche, fognarie, elettriche e telefoniche nulla ancora è stato fatto. Apprendiamo anche che le attività del nuovo PIF riprenderebbero solamente quando il direttore del PIF di Palermo, competente per quello di Trapani, verifichi il possesso di tutti i requisiti sanitari della struttura e delle attrezzature. E nel frattempo? Semplice… "gli operatori locali si possono spostare in altri porti nazionali e ad esempio, guarda caso (!) anche presso il Porto di Palermo". Un’altra mortificazione si aggiunge dunque alle tante altre che ogni giorno il nostro territorio subisce: dai giovani migranti in cerca di lavoro alla "migrazione" dei nostri pochi imprenditori che creano lavoro, per non parlare dei viaggi disperati per la salute dei nostri ammalati (vedasi radioterapia presso strutture private palermitane) o dei turisti trasportati da Rynair negli aeroporti della Sicilia orientale, graditi alla politica rivoluzionaria (quella, a parole) dell´attuale governatore siciliano. Ci dispiacerebbe pensare che in tutto ciò possa esserci una precisa strategia politico-commerciale che intende penalizzare il nostro territorio rendendo nel contempo i cittadini che ci vivono sempre più dipendenti da scelte palermocentriche. Ci dispiacerebbe pensare che tanti parlamentari nazionali e regionali, trapanesi in primis, siano così distratti per non aggiungere altro. Dai trasporti, al turismo, alla sanità siamo sempre più succubi di una vision politica che, da Palermo a Roma, non sa guardare in avanti e che non ha il coraggio di intervenire, diversamente invece dai tanti operatori commerciali che in questi anni hanno investito risorse e speranze per lo sviluppo del nostro territorio e da tante famiglie che hanno investito i propri risparmi per creare un pezzo di speranza occupazionale per i propri figli. Nel caso specifico e´ paradossale che imprenditori locali si debbano sostituire alle istituzioni per la creazione di un servizio indispensabile per una terra che ha una vocazione conclamata nei settori della pesca e non solo, e che le stesse istituzioni preferiscano chiudere una struttura ben sapendo che da li a qualche settimana gliene sarebbe stata consegnata una nuova di zecca. Egregi Governanti e Parlamentari, cambiamo verso?!?
Il sindaco di Erice, Giacomo Tranchida
L´assessore Gianvito Mauro
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