Inserita in Politica il 09/04/2013 da Redazione
TRANCHIDA DENUNCIA DAMIANO
La vicenda è ormai nota. Nell’ultima settimana il dissalatore di Nubia ha fermato la sua produzione, lasciando a secco mezza provincia, costringendo tutti, o quasi, ad attingere a fonti alternative per oltre 10 giorni. I comuni dell’agroericino, dissalatore dipendenti, insorgono, soprattutto Erice, che a nome del suo sindaco Giacomo Tranchida attacca la città capoluogo, rea, tramite il suo sindaco, di non redistribuire ai comuni limitrofi le scorte dei pozzi di Bresciana, cosi come indicato più volte dall’assessorato regionale competente e dalla Siciliacque, azienda che gestisce il dissalatore e la rete idrica. A far traboccare il vaso, il blocco forzato del sindaco Damiano lo scorso 6 aprile, che ha fermato la stessa Sicilacque nella realizzazione di un by-pass tra le reti di Bresciana e Nubia in Località San Giovannello, sede di una cisterna del comune di Trapani, ma di fatto in territorio ericino. Tranchida sbotta, e in mattinata ha presentato il suo esposto alla procura, denunciando di fatto il sindaco Damiano di non ottemperare alle disposizioni del dipartimento regionale, che dopo le ripetute sollecitazioni, nella giornata dell’8 aprile ha diffidato ufficialmente il comune di Trapani ad intraprendere qualsiasi iniziativa atta ad ostacolare il lavoro di Siciliacque per la realizzazione del by-pass tra le due reti. “La legge va rispettata – dice Tranchida – non è certo mia intenzione togliere l’acqua ai trapanesi. Ma come più volte ribadito in maniera ufficiale dal dipartimento regionale; Siciliacque e il comune di Trapani, gestore dell’Acquedotto di Bresciana, dovranno equamente ripartire le carenze idropotabili su tutti i centri abitati serviti dai sistemi interessati. E al momento questo non avviene”. Nella giornata odierna era previsto un nuovo tentativo di Siciliacque presso la cisterna di San Giovannello, ma Damiano, con una nota nel pomeriggio, ha ribadito le sue ragioni, alzando ancor di più il suo muro. Il sindaco Vito Damiano, si legge nella nota - coerentemente con le decisioni adottate nei giorni scorsi, ha dato disposizione alla polizia municipale di inibire l'accesso all'area comunale di San Giovannello a chiunque non sia in possesso di autorizzazione rilasciata dall'amministrazione comunale di Trapani. Il sindaco, afferma con forza la titolarità della condotta di Bresciano, che sin dal 1969, e successive delibere comunali, appartiene al solo territorio di Trapani,e poi, successivamente, per una parte all’isola di Favigna. “"Non comprendo – conclude il primo cittadino- i motivi per cui il sindaco di Erice si ostini , dopo cinque giorni di mancanza d'acqua nel suo Comune, in una sterile polemica invece di mandare le autobotti al nostro serbatoio di San Giovannello per prelevare acqua potabile da distribuire ai "nostri" concittadini di Casa Santa. A meno che non si vogliano, scientemente, creare le condizioni che puntino ad un "malessere" sociale". Tra denunce, ripicche e nella speranza di qualche sviluppo positivo, i rubinetti dei comuni trapanesi resteranno ancora a secco almeno per un'altra settimana.
Michele Maltese
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