Trapani, chieste in Consiglio le dimissioni del sindaco (e Fazio ripropone la sfiducia)
La relazione annuale del sindaco Vito Damiano – la prima prodotta dall’inizio del proprio mandato, tanto da poter essere equiparata a una relazione triennale – è stata oggetto di un serrato dibattito politico, nel corso dell’ultima seduta di Consiglio comunale, contraddistinto dalle richieste di dimissioni avanzate da più parti al primo cittadino. L’invito a dimettersi, è stato rinnovato al sindaco dal gruppo di Forza Italia, tramite il consigliere Totò La Pica; una richiesta simile è stata poi avanzata dal capogruppo del Pd, Enzo Abbruscato, ma anche da Francesco Salone, del gruppo fuoriuscito da Forza Italia, secondo il quale Damiano “verrà ricordato come il peggiore sindaco della città”. Critiche più o meno dure nei confronti del primo cittadino, sono state sollevate anche da altri consiglieri, ma senza la conclusione delle dimissioni, mentre Ninni Passalacqua del Pd, seppure riprendendo alcuni punti di criticità evidenziati da Abbruscato, ha mostrato una certa apertura nei riguardi dell’amministrazione, seguito da Francesco Briale che avrebbe anzi invitato il sindaco ad andare avanti.
Il capogruppo di Uniti per il Futuro, Mimmo Fazio, ha invece riproposto la mozione di sfiducia nei confronti di Vito Damiano, dopo avere contestato punto per punto la relazione annuale; soprattutto la prima parte, in cui il sindaco avanza una serie di osservazioni addossando alla precedente amministrazione una serie di responsabilità di natura contabile e finanziaria, riguardo allo sforamento del patto di stabilità del 2011 che non gli avrebbe consentito di amministrare con tranquillità nell’ultimo scorcio del 2012 e nel 2013. Questa circostanza è stata smentita dall’ex sindaco, “ma ammesso che sia vero – aggiunge Fazio – certamente i bilanci del 2013 e del 2014, dove non c’è stato sforamento del patto di stabilità, non hanno prodotto comunque nulla per questa città, se non sfaceli che l’hanno fatta arretrare. L’incapacità amministrativa di Damiano – secondo l’ex sindaco e deputato regionale – è dimostrata dal fatto che, nel 2014, è stato portato un avanzo di amministrazione di 11 milioni di euro, cinque dei quali potevano essere utilizzati a norma di legge per investimenti e invece non sono stati utilizzati, dimostrando una incapacità alla spesa. Vero è che c’è stata una continua riduzione dei trasferimenti statali e regionali – conclude – ma è vero pure che questa amministrazione ha aumentato tutti i tributi locali; e a fronte di questo aumento, non ci sono stati servizi, a ulteriore dimostrazione che la gestione di Damiano è totalmente fallimentare; per questo ci sono tutte le motivazioni per tornare a presentare una mozione di sfiducia”.
Salone si è soffermato su un altro passaggio della relazione, in cui il sindaco lamenta una “azione denigratoria” svolta nei propri confronti. “Non c´è nessun accordo contro il sindaco e nessun complotto contro il dottore Vito Damiano. È la realtà dei fatti – commenta Salone – che consegna le critiche di consiglieri, cittadini e osservatori politici alla cronaca della stampa. Il sindaco cerca altrove colpe che sono sue e solo sue” prosegue il consigliere, ricordando anche “come il sindaco abbia minato la sua stessa credibilità attraverso una serie di promesse non mantenute e di menzogne: per esempio, ha fatto credere ai trapanesi di poter salvare il bilancio con la vendita del Lazzaretto; in un farneticante comunicato ha promesso il nuovo stadio per il Trapani Calcio in serie B; si è rimangiato la promessa del bonus Tares dopo l’esoso aumento imposto ai trapanesi. Il suo impegno e la sua parola valgono zero e di ciò non può attribuire ad altri le colpe”. “Purtroppo – conclude – questo Consiglio comunale non ha avuto la maturità politica e la responsabilità per votare una mozione di sfiducia che mettesse fine a questa gestione fallimentare. Questa amministrazione, con il consuntivo ha fatto vedere tutta la sua incapacità: non ha speso i soldi disponibili, e questo fatto non è saggezza amministrativa ma solamente la prudenza più stagnante di chi non riesce a immaginare l’impiego di risorse per i cittadini”. Per tali ragioni, secondo Salone, “il sindaco Damiano, di fronte alla assenza di ogni sostegno in Consiglio, e di fronte alla stragrande maggioranza dei cittadini trapanesi che non vedono l’ora che vada via, dovrebbe dimettersi”.
Fr.Gr.
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08/09/2015 - che i consiglieriabbiano il coraggio di rinunciare al gettone di presenza dando un segnale a questa città (salvatore)
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