Reduce dalla disfatta rimediata a Ferentino domenica scorsa per 75-55, la Lighthouse Trapani si ripresenta tra le mura amiche vogliosa di riscatto e consapevole di avere (se non l’ultimo) quasi l’ultimo treno per il settimo posto utile per il piazzamento playoff, che attualmente la formazione granata contende a Veroli (che sabato ha vinto all’ultimo secondo con Torino) e alla stessa squadra ciociara. L’ostacolo? Semplicemente, la squadra più in forma del campionato: quella Scaligera Verona che all’andata fece registrare un’imbarcata granata da paura (finì 90-68 per i padroni di casa) e che tra i suoi annovera gente del calibro di Marco Carraretto (ex capitano della pluri-scudettata MensSana Siena), Jerry Smith (ex Cantù), Craig Callahan (ex Brindisi). Un pubblico numeroso assiepa gli spalti del PalAuriga, grazie anche all’iniziativa che la Lighthouse ha condotto con i giovani del settore giovanile cestistico e calcistico e che dà un’immagine pulita e corretta della sportività e della serietà del progetto delle due società cittadine. Parte malissimo la formazione di casa che dopo pochi minuti fa registrare un parziale ospite da paura (1-15), con percentuali da urlo (6/6 dal campo e 2 bombe) e l’ex canturino Smith a dare già prova di magie. Risale lentamente la china Trapani, grazie ai falli avversari e ai suoi Renzi e Rizzitiello che permettono di chiudere la prima frazione sul 19-27 per gli scaligeri. Verona pare una corazzata, gioca un basket fluido e concreto, ma Trapani pesca il suo jolly nell’Ammiraglio che spara e segna continuamente da 3 (4/4 da 3 già nel secondo quarto) e comanda la rimonta granata, che con un ottimo Renzi e l’apporto totale di Baldassarre piazza il break che le consente di agganciare e poi sorpassare Verona nel punteggio, che comunque chiude il quarto in vantaggio minimo (45-46). Le ottime cose viste nella seconda frazione fanno ben sperare i padroni di casa che paiono avere l’inerzia del match dalla loro, ma preoccupa l’inconsistenza degli americani in maglia granata e qualche uomo gravato di falli (Baldassarre 3). Parker alla ripresa ne segna 5 in fila smentendo i detrattori, ma Verona ritrova la solidità perduta per 10’ e riconquista pian piano il margine di vantaggio che aveva perso, complice anche il prematuro 4° fallo di Baldassarre a metà frazione. Nemmeno il quintetto bonsai di Lardo con Parker-Bossi-Bartoli e Rizzitiello da 4 riesce ad arginare il magico asse Smith-Gandini che miete vittime ben precise (Renzi è sparito, Lowery non pervenuto) e alla terza sirena il punteggio recita 60-68 in sfavore di Trapani. Per metà ultimo quarto non si segna proprio (2 miseri punti per parte al 35’), poi Parker si carica la squadra sulle spalle e tenta l’ultimo assalto con soluzioni personali; ma è il canto del cigno: con Baldassarre fuori per il 5° fallo, Rizzitiello che non la mette più da 3 (c’è da dire, anche ben contenuto dalla difesa scaligera) e il pivot della Nazionale ancora latitante, per gli ospiti si apre un’autostrada: tiri da 3 e penetrazioni aprono una falla insanabile e per nulla incidono l’antisportivo (ancorch´ dubbio) fischiato a Parker con conseguente tecnico di Ferrero al 38’: Verona espugna meritatamente il PalAuriga per 79-88 e agguanta il 3° posto assieme a Biella. Sicuramente nulla da dire su Verona che si conferma ancora squadra del momento e si candida a pieno titolo per la conquista della promozione: la costanza delle prestazioni di Smith e Callahan fanno ben sperare i veneti. Restano invece tanti dubbi sulla prestazione di Trapani: Renzi che sparisce (sempre) nel secondo tempo, Baldassarre obiettivamente limitato dai falli ma deficitario al tiro (2/10), Parker intermittente e Lowery inconsistente per più parti del match non sono certo di buon auspicio per la corsa ai playoff, adesso seriamente compromessa. A maggior ragione, dato che la compagine granata nelle ultime quattro giornate affronterà le prime quattro della classe (in serie: Biella fuori, Capo d’Orlando e Trento in casa e ancora Torino fuori). Le premesse per la qualificazione ai playoff, obiettivamente, non ci sono più; solo questa squadra potrà smentirci.
Gianluca Candore
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