Inserita in Attualità il 15/02/2013 da Redazione
Conclusa la due giorni di studio scientifico del “tartarone” a Marettimo e Favignana promossa dall’AMP
Nei giorni 13 e 14 febbraio 2013 a Marettimo e a Favignana si è svolta l’osservazione scientifica del “tartarone” utilizzato dai pescatori delle Isole Egadi, alla presenza dei ricercatori designati dal Ministero delle politiche Agricole a seguito di una richiesta avanzata dall’Area marina protetta a sostegno della piccola pesca dell’arcipelago.
I ricercatori presenti, afferenti al Consorzio UNIMAR, all’ISMAR-CNR di Ancona e al CNR di Mazara, hanno incontrato i pescatori di Marettimo e Favignana, studiato e misurato l’attrezzo a terra e si son quindi imbarcati sui pescherecci per esaminare il funzionamento dell’attrezzo durante alcune pescate sperimentali. Il pescato è stato quindi esaminato e campionato, senza autorizzarne la commercializzazione. Tutte le attività sono state supervisionate e supportate dalla Capitaneria di Porto di Trapani, che ha inviato sul posto una motovedetta. I pescatori hanno attivamente partecipato all’iniziativa, intrattenendosi a lungo con i ricercatori per spiegare tutte le caratteristiche del tartarone.
“Questo primo studio conoscitivo sul tartarone – spiega il Direttore dell’AMP Stefano Donati, che ha organizzato e seguito direttamente tutte le attività insieme all’Assessore alla pesca Giuseppe Campo - ci consentirà intanto di riclassificare l’attrezzo, oggi vietato dal Regolamento Comunitario per la pesca nel Mediterraneo, che lo assimila, a nostro avviso erroneamente, ad una rete da traino.”
“Ringraziamo Ministero, Regione, Enti di ricerca e Capitaneria per la generosa collaborazione - dichiara il presidente dell’AMP e Sindaco di Favignana, Lucio Antinoro -. Oggi è partito dalle Egadi un percorso per rimettere in discussione le norme vigenti in Sicilia in materia di piccola pesca. Puntiamo ad un Piano di gestione locale o a deroghe per la pesca speciale: la pesca con il tartarone delle Egadi è un’attività svolta da pochi pescatori, solo per piccoli periodi dell’anno, e cattura solo pesci adulti, con un consumo delle risorse ittiche del tutto marginale”. “Al contrario – conclude Antinoro –, non è marginale il peso di questa attività per la fragile economia delle marinerie egadine, che sono oggi seriamente a rischio estinzione.”
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