Inserita in Attualità il 02/09/2014 da Amministratore
Mareggiata a Marettimo lo sconforto di Cettina Spataro
“Urla di disperazione per le barche che si infrangevano sugli scogli, ragazzi in mare che tentavano di salvarle, senso di impotenza ma grandissimo spirito di solidarietà nel cercere di aiutarsi l’un con l’altro per evitare il disastro”. Così si è svegliata alle prime ore del mattino l’isola di Marettimo, in preda ad una tempesta di Nord Ovest e raffiche di vento fino a 40 Km orari. E’ stata la “ tempesta perfetta” per alcune povere barche che giacciono, ancora adesso, sugli scogli di fronte il paese. Dolore, angoscia, rabbia. Sì, rabbia, perch´ Marettimo non riesce ad avere il suo porto! Eppure basterebbero poche centinaia di metri per allungare la banchina con un altro braccio. Proprio in queste ore continuo a chiedermi : “ c’è forse un motivo, a noi sconosciuto sul perch´ non si riesce a mettere in sicurezza questo benedetto porto di Marettimo?? Perch´ in tutti questi anni, quando insistentemente chiedevo, a destra e a manca, come poter fare per ottenere un finanziamento per la messa in sicurezza del porto della mia isola tutti mi guardavano come a voler dire : “ ma a chi può interessare che Marettimo abbia un porto in sicurezza?? A poche centinaia di abitanti?? Non ci sono interessi economici, quindi niente finanziamento pubblico!”. Ebbene, c’è un piccolo dettaglio per noi non trascurabile: Il PORTO DI MARETTIMO INTERESSA A NOI MARETTIMARI, E PER NOI NON E’ COSA DI POCO CONTO”. Le barche sono il frutto di una vita di sacrifici per i nostri genitori, per i nostri anziani, per tutti i ragazzi che hanno investito nelle loro barche da pesca o da diporto per avere una fonte di reddito, visto che di lavoro, altrove, non c’è ne. Adesso stanno tutti cercando di salvarle, ponendole in posa sul piazzale, nelle stradine, negli angoli, sperando che il mare non peggiori ulteriormente. Assistendo a queste scene tutti bisbigliavano che sarebbe stato necessario dare voce a questa sofferenza, che diversamente rimarrebbe qualcosa da condividere solo tra di noi. Ci aiuti la stampa almeno, così da gridare al mondo intero la rabbia di queste ore superata solo dall’intraprendenza dei nostri giovani e meno giovani. Che nessuno si nasconda più dietro la frase “ non ci sono soldi per i porti”. Troviamoli!! Nei meandri dei bilanci regionali, statali o dei fondi europei. Non è possibile che nulla si possa fare. A volte capita di essere divisi come tutte le piccole realtà, ma oggi siamo tutti uniti nel sostenere che Marettimo ha bisogno di una maggiore attenzione, e che, forse, è arrivato il momento di essere AUTONOMI!. S´ è vero com’è vero, che ogni calamità naturale è superata grazie alla buona volontà, coraggio e tenacia dei marettimari, allora è proprio dalla comunità di Marettimo che deve partire la sua rinascita. Forse l’unica strada è quella dell’autonomia, l’unico modo per avere le attenzioni economiche e di interventi di cui necessitiamo. Nulla di personale con gli attuali amministratori, il problema è atavico, e non certo legato alla loro gestione. Arriva sempre un momento in cui la corda si spezza, e forse, è proprio la constatazione del trascorrere di decenni di isolamento, che ci porta oggi a ritenerla l’unica soluzione. E’ vero, la tendenza attuale è quella della fusione dei comuni, ma per un arcipelago con più di due isole, con difficoltà oggettive di gestione delle stesse, si potrebbe ottenere una deroga alla legge nazionale o regionale. Nel frattempo sono certa che L’Amministrazione Comunale si starà già attivando per richiedere lo stato di calamità naturale, consapevoli del fatto che dovranno lottare per ottenerlo, memori del nulla di fatto della richiesta di qualche anno fa, ancora inevasa. Questa volta il governo regionale non può girarsi dall’altro lato. Si pensi di meno al rilascio di nuove concessioni demaniali e ci si concentri tutti, uniti, nell’ottenimento di un finanziamento per la messa in sicurezza del porto. Sarà, forse, il mio ultimo impegno politico, che io preferisco chiamare “ la battaglia del cuore”, ma non passerà giorno in cui non farò ferro e fuoco per tenere alta l’attenzione sul porto di Marettimo. Lo devo a miei concittadini che hanno sempre avuto fiducia in me. La politica, in se stessa, mi ha spesso amareggiato e demotivato, ma questa lotta la voglio fare per MARETTIMO! Aiutateci ad avere anche noi un porto sicuro! Questa comunità lo attende da troppo tempo, e lo merita! Grazie Totò, Pietro, Peppe di Pippo, Gioacchino, Giuseppe, ragazzi tutti che vi siete fatti in quattro sin dalle prime ore del mattino. Senza la vostra forza e la vostra tempra di uomini di mare, oggi Marettimo piangerebbe ancor di più.
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