Inserita in Cronaca il 27/02/2013 da Redazione
Omicidio avvolto nel mistero quello di Don Michele
Colpito tre-quattro volte alla testa con un oggetto contundente, forse un bastone, mentre stava dormendo nella canonica. La vittima è don Michele Di Stefano, 79 anni, originario di Calatafimi-Segesta, parroco della chiesetta Gesù, Maria e Giuseppe di Ummari. Una comunità sotto-choc per un delitto, efferato, il cui movente è ancora tutto da decifrare. Per 42 anni, don Michele, era stato il prete di Fulgatore, prima di essere trasferito dall’ex vescovo di Trapani, Francesco Miccichè, coinvolto nello scandalo della Diocesi per un presunto ammanco di denaro e rimosso dalla Santa Sede.
A ritrovare il corpo senza vita è stato un ex vicino di casa del sacerdote assassinato: un rappresentante di commercio residente a Fulgatore. Padre Di Stefano doveva andare a pranzare a casa della sorella, Pina, a Calatafimi-Segesta. Un fratello del prete, Giuseppe, è stato sindaco di quel Comune. Tardava ad arrivare e il cognato, Vito Accardo, preoccupato, ha provato a chiamarlo al telefonino, senza ottenere alcuna risposta. L’uomo così si è ricordato di quel rappresentante di commercio e lo ha contattato. «Vado a dare un’occhiata», la risposta. Detto fatto. Fulgatore e Ummari sono ad un tiro di schioppo. In poco tempo, l’ex vicino è arrivato davanti all'abitazione di don Michele. Ha trovato la porta d’ingresso aperta ed è entrato, rinvenendo il cadavere in camera da letto. Per il prete ormai non c’era più niente da fare. Il colpo alla testa non gli ha dato scampo. Scattato l’allarme sono intervenuti i carabinieri. Gli investigatori ipotizzano che si possa trattare di una rapina culminata in tragedia. Chi ha ucciso il parroco è entrato da una finestra ed è uscito, poi, dalla porta. Ma tante cose non tornano. Nessun segno di colluttazione - circostanza, questa, che lascia pensare che don Michele sia stato colpito mentre dormiva -, nessun oggetto mancante, i cassetti in ordine. Del caso si occupa il sostituto procuratore Massimo Palmeri. In serata i carabinieri del Ris di Messina hanno eseguito un sopralluogo. Qualcuno dei parrocchiani rivela che di recente le richieste di denaro al prete, da parte di persone bisognose erano diventate sempre più insistenti. Lo andavano a trovare - raccontano - anche di notte, a borgo Livio Bassi dove il prete viveva da solo. Un tempo nella zona, assai isolata, abitavano undici famiglie che poi sono andate vie. Don Michele, invece, è rimasto lì, vivendo in solitudine, in aperta campagna senza, però, mai staccare la spina da Fulgatore e dalla Polisportiva che aveva visto nascere e crescere al pari delle centinaia di ragazzi che hanno indossato la maglia della società calcistica. E ieri pomeriggio proprio il presidente del Fulgatore, Francesco Gammicchia, non riusciva a trattenere il suo sgomento per quanto accaduto.
In attesa dell'autopsia, gli agenti del Ris hanno cercato per tutta la notte tracce e prove per arrivare all'omicida e alla fine di questa giornata vi sarà un vertice per fare il punto della situazione.
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