Abusivismo edilizio: Mimmo Fazio presenta ddl di revisione
Presentato nei giorni scorsi, è stato oggi numerato, il disegno di legge di iniziativa parlamentare presentato all´ARS dal deputato regionale Girolamo Fazio titolato «revisione della normativa relativa alle costruzioni nella fascia di 150 metri dalla battigia». Argomento di delicata e scottante attualità bench´ in tutta la Sicilia si discuta da oltre trenta anni delle costruzioni realizzate nella fascia di 150 metri dalla battigia, ossia dal giugno 1976, quando in una norma indirizzata allo sviluppo del turismo si stabilì l´inedificabilità della fascia costiera fatto salvo quanto era già stato costruito «senza alterazione dei volumi già realizzati». Il ddl parte da un assunto di ordine politico: nell´applicare tale norma la classe politica ed il sistema amministrativo nel suo complesso non hanno saputo dare ai cittadini «indicazioni certe ed in tempi rapidi cui conformare la propria condotta». «Ora – è detto nella relazione introduttiva al ddl –, a distanza di così tanti anni dall’entrata in vigore di quella disposizione, siamo costretti a ragionare sugli effetti prodotti non da quella norma, la cui ratio era ed è condivisibile, ma dalla sua non corretta applicazione a causa di un perverso intreccio tra insipienza politica e cattiva amministrazione». La norma poneva il precetto vincolante per le amministrazioni comunali e regionali chiamate ad adottare gli strumenti urbanistici, non invece per i cittadini, se non dopo il suo recepimento nei PRG. Qui emerge la responsabilità della classe politica dell’epoca che se avessero provveduto a dotare i Comuni in tempi ragionevoli dei piani regolatori, oggi non si discuterebbe del problema. L´intreccio normativo si complica con il recepimento della legge statale del 1985 (primo condono edilizio) che però nel testo approvato dal legislatore regionale (art. 23, comma 10, della legge n° 37 del 10 agosto 1985) escluse espressamente le costruzioni realizzate dopo il 31 dicembre 1976. Allo stato attuale è questa disposizione che impedisce il condono delle costruzioni realizzate abusivamente nella fascia di 150 metri dalla battigia. Il ddl si propone di dare una soluzione intervenendo esclusivamente, ed in modo limitato, su tale ultima disposizione e assumendo come riferimento le indicazioni provenienti dalla riflessioni dei Giudici amministrativi. Nel ddl si tiene conto dei nuclei familiari che vivono in costruzioni acquisite al patrimonio dei comuni e che non avendo altra abitazione rimarrebbero senza casa. Ma cosa cambia, in sostanza? La proposta presentata si differenzia da altri disegni di legge che in passato sono stati presentati sulla medesima questione e dai quali si discosta per i seguenti elementi: il fine dichiarato dell’intervento è quello di dare una soluzione politica ad una situazione di disordine e illegalità territoriale che è imputabile in modo prevalente e determinante alla classe politica e amministrativa della Regione e degli Enti Locali, ma le cui conseguenze economiche e sociali gravano esclusivamente sui cittadini, senza ricorrere ai mascheramenti di dichiarati propositi di recupero e valorizzazione delle coste; l’intervento non è generalizzato, ma particolarmente selettivo; sia dal punto di vista cronologico, perch´ limitato temporalmente alle costruzioni realizzate o sino al momento in cui l’ente locale ha recepito nel piano regolatore il precetto dell’art. 15, comma 1, lett. a) L.R. n° 78/1976 o sino all’entrata in vigore della leggere regionale n° 15/1991, momento a partire dal quale è stato eliminato ogni dubbio sul valore immediatamente precettivo della disposizione che ha introdotto il vincolo di inedificabilità nei 150 metri dalla battigia; sia dal punto di vista della compatibilità con le realtà urbanistiche esistenti in ogni Comune, poich´ limitato alle costruzioni che ricadono in contesti ormai urbanizzati, nei quali la demolizione sarebbe priva di alcun valore effettivo di tutela delle coste e la cui persistenza non costituisca ostacolo a prevalenti esigenze di ordinata regolamentazione urbanistica del territorio; l’iniziativa proposta, inoltre, pone particolare attenzione ai casi in cui la demolizione colpirebbe costruzioni che rappresentano l’unica abitazione per le famiglie e, quindi, costituisce risposta peculiare ad un disagio sociale reale; l’iniziativa, inoltre, riapre la possibilità, già prevista dal legislatore regionale con l’art. 4 della legge n° 17 del 1994, della concessione dei diritto di abitazione per i nuclei familiari che non hanno altra soluzione abitativa, ma subordinandola a condizioni diverse e più restrittive.
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