Atti vandalici dopo Paceco-Marsala, lo sfogo del Nubia Libertas
“La società S.c. Marsala 1912 esprime solidarietà alla società del Nubia Libertas, per gli incresciosi fatti avvenuti ad opera di ignoti alla fine della partita in cui la nostra squadra era impegnata a Paceco”. Sarebbe bastato questo semplice comunicato della società marsalese per riportare la situazione attuale a livelli più pacati, dopo gli ingiustificabili atti di vandalismo a danno della società del Nubia Libertas, che nulla c’entrava con la gara precedente tra il Paceco e appunto il Marsala. Nessuno vuole accusare nessuno, al momento la denuncia già presentata dagli esponenti della società militante nel campionato di terza categoria rimane contro ignoti, ma suona veramente vergognoso il fatto che una delle squadre coinvolte nella partita di domenica scorsa, non abbia nemmeno lontanamente pensato di scrivere due righe di distacco da tali eventi o magari far arrivare una telefonata direttamente al presidente per esprimere la propria dissociazione da tali eventi, da chicchessia causati, che nulla hanno a che vedere con il calcio e con lo sport in genere. Eppure, questo è ormai il risvolto che questo calcio malato apprende anche dai livelli calcistici superiori, dove tutto gira attorno a cifre esorbitanti e dove le società calano le braghe ai delinquenti di turno, teppisti che pensano di poter comandare il mondo intero. A proposito di questo, ci si chiede come una società seria come quella del Marsala 1912 (o almeno così si ritengono essere), possa chiedere l’apporto di delinquenti arrivati a Paceco con la sola intenzione di gridare cori irripetibili contro il Trapani e i trapanesi, fregandosene evidentemente della loro squadra che in quel momento stava disputando la sua partita contro il Paceco e di certo non contro il Trapani. Purtroppo, ancora una volta la mentalità ottusa di questi facinorosi ha fatto il suo riprovevole corso, ma la cosa che fa più rabbia è che a pagare sono stati dei ragazzi che con questi esaltati non c’entravano alcunché, visto che si trovavano sul luogo per giocare una partita di terza categoria, campionato che disputano con tanta passione e divertimento, di certo non dietro retribuzione e facendo enormi sacrifici dopo l’intera giornata passata a lavorare. Ragazzi che con uno stipendio di neanche 500 euro al mese saranno costretti a spenderne 400 per riparare i danni da codesti “signori” arrecati. Cosa che risulta ancora più vergognosa è poi il fatto che sulla pagina facebook del Marsala 1912 c’è chi anziché condannare questi vili atti cerca di giustificarli. E allora, quando assisti a tutto ciò l’unica cosa da chiedersi è perché ancora si ha a che fare con questo sport malato, che al giorno d’oggi ormai trascina con sé più aspetti negativi che positivi. Con la speranza che la società marsalese, pur se in grande ritardo, comunichi la sua manifestazione di solidarietà, ai “tifosi” che continuano a giustificare questa vergogna dico solo che prima di parlare di promozioni o di aspetti tecnico-tattici, non farebbe affatto male un bel corso di formazione sui veri valori del vivere civile.
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